Parallelamente all'arte delle accademie, dei musei, dell'autoreferenzialità e della tendenza alla citazione esiste un altro tipo di arte. E' un arte molto lontana dalla prima, irriverente e dirompente, con un attitudine purista e punk: e come una termite che inizia a colonizzare un mobile prezioso di una casa classica, molto spesso quest'ultima riesce a sconfinare e corrodere territori nell'universo mainstream e pettinato di questo settore. La risultante è un'arte differente per linguaggi, diffusione, pubblico ma anche per materiali e temi che spesso riesce ad arrivare inaspettatamente anche ad un grande pubblico.
Juan Francisco Casas è molto lontano dallo stereotipo dell'artista con basco e tavolozza. Sembra più un DJ che un pittore giovane e già pluripremiato. Di sangue spagnolo ma romano di adozione per motivi di lavoro, Juan ha trovato una propria dimensione artistica realizzando ritratti due metri per due... realizzati solo con una penna bic da venti eurocent. La qualità del prodotto finito si commenta da sola. Questo stile molto raro sembra essere apprezzato anche dall'arte convenzionale, che pure Casas, almeno a giudicare dal suo curriculum, dimostra di conoscere e padroneggiare. La scelta delle foto dalle quali ispirarsi è probabilmente un 80% del valore delle sue opere: facce divertenti, ammiccanti, talvolta sexy. L'esatto contrario dei ritratti austeri della maggior parte dell'arte convenzionale. Juan Francisco concede quasi sorpreso un'intervista a Meltin'Pot.
MP:Come hai cominciato a fare ritratti con una penna Bic? E' stata una scelta premeditata (per fare arte "diversa", peculiarmente tua) o è stato un approccio casuale che hai cominciato ad apprezzare?
Ho sempre fatti ritratti a penna, ma mai niente di grande e niente di professionale. In realtà ho cominciato per scherno rispetto ai canoni classici della pittura. Volevo prendermi gioco dell'ossessione per l'arte strettamente accademica, per la tradizionalità dei temi e la ritualità della scelta dei materiali. Volevo dimostrare che è possibile fare qualcosa che anche loro giudicano una buona opera anche solo con una penna Bic da venti centesimi di euro. Questo è la cosa paradossale.
MP:In effetti i tuoi ritratti sono molto poco convenzionali rispetto alla maggior parte dell'arte accademica. Facce strane e buffe, situazioni divertenti e maliziose, ragazzi e ragazze che si stanno divertendo. Come mai?
Semplicemente rappresento il mio mondo, la mia autobiografia attraverso la mia arte. Mi piace partire da situazioni che potrebbero essere in fotografie comuni che io, te, chiunque abbia una fotocamera digitale possa scattare. In queste foto nessuno è depresso. Questa non è propriamente una mia invenzione. Amo l'idea di fare arte di un certo livello a partire da immagini e materiali molto comuni, quotidiani.
MP:Come scegli le persone da ritrarre? Sono tuoi amici?
Normalmente sono amici o comunque persone che frequento e che trovo stimolanti. Sono molto tranquillo nella scelta, non pongo limiti di sorta. Generalmente ho bisogno di un minimo di collaborazione e di relax da parte della persona che voglio ritrarre, questo è il motivo per cui prediligo i miei amici. In ogni caso sono sempre aperto a nuovi soggetti e quindi a nuovi modelli e modelle.
MP: Per quanto riguarda strettamente questo stile, quali pensi che siano le tue influenze (consce o meno)?
Mi sento principalmente influenzato da fotografi come Wolfgang Tillmans, ma apprezzo parecchio i lavori di Luc Tuymans, John Currin e molti altri.
MP: Concedimelo. Artisti italiani che apprezzi oggi?
A dire la verità non sono un grande conoscitore della scena italiana, ma non posso rimanere indifferente rispetto all'ironia di Maurizio Cattelan..
MP:La totalità dei tuoi ritratti sono fatti con penna blu. Non nera, non rossa. Una scelta espressiva?
Voglio solo rendere ovvio e non lasciare dubbi sul fatto che siano effettivamente fatti a penna. La penna blu rispetto a quelle di altri colori lascia nessun margine di dubbio.
MP:Approssimativamente quanto tempo impieghi per completare un ritratto?
Per finire un ritratto due metri per due impiego circa due settimane, in media.
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